Archivio tag: Valentina Dorme

mi riduce alla curiosità di giorni spesi a guardare siepi e non al di là

ho sempre amato guardare fuori dalla finestra. ho speso pomeriggi a guardare in via Statuto e anche più in su verso città alta disseminata di formichine e macchinine giocattolo (alla lunga mi sono poi annoiata, ma per fortuna ho trovato una mia degna erede alla quale passare il testimone..). ho speso mattine a guardare fuori dalle aule delle superiori, sempre quadrettate di ponteggi e lavori in corso. ho speso notti a guardare l’arancione dell’orizzonte della periferia campagnola di Tokyo tramutarsi in alba e poi in giorno. spendo interi giorni a guardare i mattoni a vista dei muri scrostati dei palazzi dirimpetto, le ombre delle inferriate del balcone della casa davanti che si riflettono sulla facciata della stessa, il cielo dopo il tramonto che si inscurisce e se tolgo gli occhiali distinguo solo il contorno sfocato del caminetto più lontano. spendo più tempo a guardare fuori da questa finestra che non a studiare. è meraviglioso come il solo avere del gelato nella borsa ti permetta di tirare fuori argomenti a non finire, e avere ancora cose da dire nonostante si provi a rimandare al giorno successivo, e non essere capaci di tenersi per sè l’imbarazzante vergogna di particolari che ad altrui orecchie risparmierei. oggi era la giornata dell’ambiente e per fortuna che c’era la7 a ricordarmelo, e per fortuna che c’era “Fast Food Nation” con le sue comparsate di Bruce Willis e Avril Lavigne a ricordarmi perchè non devo più mettere piede in un McDonald’s se non forse per andare in un McBagno. e per fortuna che il telefono ha squillato sul più bello del più marcio della corruzione capitalistico-consumistica, perchè erano i 3 allegri che cantavano per me e mi ricordavano che la vita è adesso (e non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso, figli di un cielo così bello, perché la vita è adesso – ma questi non erano loro, ringraziando Pif per le perle semplici e invidiabili). e, senza dimenticarsi di fare gli auguri al Piccolo Uomo, ora posso dormire serena.

Happy End of The World

addio Sepia. ti lascio per non lasciarti mai e, ora che rimarrò per sempre con la mia Aqua, ho motivo in più per non farla mai andare via dalla mia vita. addio Giappone, addio piedi in sandali in mezzo ai soffioni, addio fiori minutissimi di giardini minutissimi. addio ai party, addio all’alcool senza limite che non ne senti l’effetto e poi l’effetto arriva alla fine tutto assieme, addio al divano bianco di film mai visti, addio ai dolcissimi pop-corn allo zucchero, addio alle foto sull’armadio, addio alle magliette e alle felpe dentro l’armadio. addio allo stare assieme sullo stesso tetto. addio senso di colpa. addio facilità, addio alle cose fatte senza chiedersene perchè o render(se)ne conto. addio all’autosufficenza.
benvenuto Entact. ti do il benvenuto perchè non voglio mai perdere la lucidità sulla tua presenza, non voglio dimenticarmi di te, non voglio che pensi che io mi sia messa il cuore in pace. benvenuta carie che mi corrode il midollo, che arriva senza farsi notare fino all’anima più intima del mio corpo e, senza dar segni effettivi ed esterni della sua presenza, mi arruginisce la volontà. benvenute parole sul pavimento. benvenuta sottile serenità sottesa ad ogni mia azione, benvenuta serenità che mi permette di non badare agli eventuali crolli. benvenute mani erose da sconosciuti sentimenti e, dato che soffro di attacchi di auto-cannibalismo, benvenuto anche all’auto-cannibalismo auto-indotto. benvenuta aderenza di corpi senza senso di colpa e senza senso di rigetto e senza fuga. benvenuta alla me inquadrata che si occupa del livello di pulizia del pavimento della cucina come se fosse davvero l’unica cosa importante. benvenuta alla mia unica attesa.

dico il tuo nome e la buonanotte in francese

è che io non son buona. non ci riesco a fare le cose per un fine ultimo, io ci devo trovare l’immediato piacere e l’immediata soddisfazione. ripensando alle ultime cose che ho fatto con piacere e soddisfazione mi vengono in mente solo i miei lupetti, che fra l’altro ho fatto così male e così riponendoli in secondo piano che se mi esce bene comunque è perchè sono loro ad essere così meravigliosamente Bambini. devo trovare una cosa che mi venga bene e nella quale possa io impegnarmi senza avere ansie da prestazione, che a me neanche mi aiutano ad ottenere prestazioni più alte, e senza possibilità di paragonarmi con la gente che mi sta intorno. non è possibile che le ultime cose che mi abbiano dato soddisfazioni accademiche, escludendo la parentesi Giappone, siano state la Storia dell’Italia Contemporanea e l’Educazione degli Adulti, perchè allora significa che io ho certamente buttato via gli ultimi 3 anni e che quello che mi dà soddisfazione non è inerente al titolo della mia laurea. e la cosa più sconvolgente, più sorprendentemente atroce, più – forse – triste è che tutta questa storia, in realtà, mi tocca poco. l’unica cosa per cui mi dispiaccio è l’amore i soldi la fiducia che i miei genitori hanno buttato via affidandoli a me, ma per il resto io sto bene. Non Mi Manca Niente. ed è proprio per questo mio Star Bene che devo impormi di trovare davvero l’obbiettivo quotidiano della mia vita. andarmene a studiare vivere mangiare in Giappone era l’unico obbiettivo che avevo, ma nel frattempo sono sopraggiunte così tante cose che ora mi sembra così piccolo! non posso più farmelo bastare; e così il Giappone mi sembra ben più lontano di misere 12/13 ore di volo e 7/8 ore di fuso.
senza contare che non sopporto più i vestiti stretti. se prima mi stringevano solo i pantaloni e mi ero definitivamente convertita alle gonne, ora sono le felpe e le magliette striminzite che mi creano ansia e soffocamento. definitivamente convertirsi ad ampi vestiti – di quelli che potrò non cambiare quando arriverà il momento – e maglie più o meno esistenzialiste da portare aperte sul davanti.
mia madre che prima mi propone un corso di scrittura e poi mi dice che io ho un rapporto sbagliato con lei; come se la scrittura e i rapporti fossero cose da decidersi e impostare e rifinire a tavolino.
riconoscersi nelle vecchie foto, e vedersi così pallide e lisce da abbinare facilmente alla propria immagine la castità e la purezza di com’ero prima di entrare davvero nella Vita Universitaria. è che non sono certa di invidiare la me stessa che 4 anni fa si legava i capelli sopra la testa subito dopo averli lavati per avere poi cascanti boccoli castani e indossava rassicuranti felpe blu per sentirsi meno sola. all’epoca non ero mamma, non ero capo scout, non ero rosa, non ero me – o almeno non ero la me di adesso. eppure (mi) piacevo così.
e, come sempre, sentirti mi fa bene. e, anche se faccio finta che il pensiero non esista, mi rendo perfettamente conto che non è proprio la stessa cosa e che sarà mai più proprio la stessa cosa, ma in fondo so che quando saremo due Bambine Grandi e ripenseremo ai tempi andati ci sarà sempre una serenità in fondo ai nostri sguardi che ci farà sapere di aver fatto la cosa giusta. l’Amore che tace.
ho voglia di tornare a Leggere. solo così potrò poi anche aver voglia di tornare a Scrivere.

il coraggio dei piuma

ho un’invidiabile maglietta di Jean-Michel Basquiat. e non solo quella. è passato un mese, ovvero domani arrivavo. in questo mese di emozioni nella media e parentesi aperte e chiuse prima e dopo il tuo nome. oggi invece mi lavo le mani e, prima di asciugarmele, guardo fissa Kana e le spruzzo con le dita in mezzo agli occhi. poi cucino con la mama e apparecchio la tavola. l’altro giorno era estate, c’era caldo e io vestivo di ciboogm?no,grazie e verde pisello e giallo sole; poi a sera sono uscita a cena con italiani e coreani e il ragazzo di Alessia mi ha detto "che bello vederti vestita così, significa che è arrivata l’estate!" e io ero felice di me stessa. in realtà quello che non ho ancora messo per iscritto è che girare con Betta è stato bellissimo, per 1 giorno ho fatto finta di sapere tutto quello che so su ciò che mi circonda: ho fatto commenti cattivi, ho mangiato per strada e sulla metro, ho riso sguaiatamente e altre cose troppo irrilevanti perchè possiate coglierne il tono liberatorio. come se questo mese non fosse mai stato non solo a lungo desiderato e programmato ma neanche toccato con la mente. poi stasera ho parlato piccolamente con Wendy, cosa questa che non facevo da tanto, ed è stato piacevole e utile. un anno fa lei fuggiva dalla convivenza e io la rincorrevo dal balcone del secondo piano di casa di mia nonna, quello dal quale si vede il mare. oggi invece fa considerazioni di merito e invidia il mio sentire. io vengo svegliata ogni mattina da pianti accorati-urla divertite-scalpiccio di piedi nudi, ma stamattina non è stata cosa spiacevole, giacchè dormivo un sonno leggero e senza sogni. di là tutti piangono. io sono sul rassegnato andante, anche perchè più che rassegnarmi non so che fare. ma è una rassegnazione venata di serenità, quindi non c’è di che preoccuparsi. ki o tsukete. abbi cura di te.