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scusa, a natale canto per rimarcare i valori

Eccoli qua, sono già arrivati i parenti affamati,
Mi strappano le guance a suon di ganascini,
Intanto si divorano le mie tartine.
"Sei un uomo ormai, ma come sei sciupato,
Non sei neanche pettinato."
Penso, sfido io, da quando mi son fatto
Ho venduto pure il mio motorino nuovo
Sono a secco, 'sto natale.
Dio, fa che non stia così male.
 
Fa che nonna mi abbia regalato i contanti,
E non il solito paio di guanti
Mamma dice: "non aspetti neanche il panettone,
Dimmi dove te ne vai, coglione!"
 
Io non lo so se arrivo in fondo o no a questo pranzo,
Fra il secondo primo e il primo secondo.
Mi alzo e chiamo il tipo, che sennò sprofondo.
Si chiama Abdul il mio babbo natale,
Con le Nike di renna nuove.
Dietro alla stazione al solito pilone,
Tunisini aspetta fra un paio d'ore.
Un po' di sconto me lo farà,
Lui che è il boss del natale s.p.a.
 
Fa che nonna mi abbia regalato i contanti,
E non il solito paio di guanti
Mamma dice: "non aspetti neanche il panettone,
dimmi: dove te ne vai, coglione?"
 – pronto.
 – ehi, ciao Abdul sono io.
 – ah, ciao bello!
 – eh, senti, allora ci si può trovare verso le 5.
 – sìsì, vai, tutto apposto..
 – eh, Abdul, senti, eh io c'ho, io io io c'ho venti euro.
 – e allora niente, allora, o mi dai i soldi tutti o niente.
 – aspetta, aspetta, senti: io c'ho un paio di guanti nuovi, eh, c'hanno sempre l'etichetta…
 – *tsk-tsk*
 – no no ma sono belli! e poi ti fanno comodo a te, con questo freddo, sei africano!
 – ma che cazzo vuoi? Dammi i soldi, ci vuole 30 euro almeno!
 – dai, Abdul, è per questa volta: ti porto 20 e i guanti… dai, è Natale!
 – non importa un cazzo a me del Natale, io musulmano!
 – ma per favore, Abdul… 
 – *tsk-tsk* 
 – ehdai, cazzo, Abdul: sto male!
 – e se stai male vai all'ospedale!
Fa che nonna mi abbia regalato i contanti,
E non il solito paio di guanti
Mamma dice: "non aspetti neanche il panettone,
dimmi: dove te ne vai, coglione?"

 

 
Che commento si può fare a questo giorno di Natale? Diciamo che almeno ho dormito tanto. Diciamo che almeno il panettone era il panettone più buono del mondo. Diciamo che almeno avevo il cellulare in tasca. Diciamo che almeno avevo mille scuse per fuggire in bagno, che sembrava di essere tornata teenager. Comunque ho indubbiamente preferito la rozza e spigliata semplicità della vigilia: le macchie di onto sul mio grembiule, mio padre accomodante come non l'ho visto mai, l'abbiocco di mia madre, la per niente sconvolgente rivelazione, l'unico inatteso bellissimo regalo della maryg, l'infinita attesa fuori dalla chiesacapanna, il fiocco verde fra i capelli della Copiona festeggiatona, gli sguardini d'intesa col mio fratellino unico, lo spumante coi cioccolatini intorno al tavolo di casagrassi. Un Natale iniziato tardissimo perchè per colpe contingenti tardissimo sono tornata all'ovile, un Natale senza molti regali (ma almeno ho avuto fortuna, a differenza di qualcun altro, e guanti non ne ho ricevuti), un Natale con moltissimi auguri fatti e ricevuti, un Natale senza cose-che-una-volta-camminavano nel mio piatto, un Natale lunghissimo e ancora ne abbiamo da fare! E allora andiamo.

ora mi riempio di chi mi ha riempito

c’è chi si spaventerebbe, o storcerebbe il naso, o si esalterebbe un po’ troppo (e senza davvero alcuna ragione), per cui ho deciso ufficialmente di smettere di darmi (darci?) un nome. io non sono vegetariana: io non mangio animali. e io adoro questa mancanza di definizioni! senti che sapore che ti dà la vita. sto sentendo così forte che, non dico che mi stia uscendo sangue dal naso, ma di sicuro non ho tempo per far altro che sentire. non mi do il tempo per pensare, sottile giro di parole per dire che non ne ho il tempo, chè faccio cose fitte fitte, perchè il tempo sta per finire e bisogna fare il più alto numero possibile di cose. che un giorno passa in fretta e non c’è tempo di pensare, muoviamoci che poi diventa sera. mi chiedo se sia lo stesso per  la repartara di benny, la cui madre le fa fare tutto quello che si può, prima che per lei scada il tempo (forse non ho il permesso di sentirmi simile, paragone azzardato). guardo in alto, cogli occhi ben aperti, così sembreranno più grandi e sarà più facile imparare a leggerci dentro, dato che sembra che io non sappia rispondere alle vostre domande. certo che se poi voi me le fate di notte, non potete pretendere nulla, o forse è che si dorme assieme un po’ troppo spesso e quindi è inevitabile finire a parlare anche di notte o forse è solo che sogna che sogno che sogni che sono vicino, così da fare in modo che si possa stare il più vicini possibile finchè ce n’è tempo e modo. fra i corsivetti di frasi estrapolate dal contesto originale e qui piazzate e l’intrufolarsi di parole che il senso è quello ma la frase non è proprio precisa, vado avanti a citazioni su citazioni. citazioni esponenziali che ora, dopo aver riempito i miei diari e le mie etichette e i miei sottonick su msn, mi riempiono anche la bocca, rispondono per me ad ogni tua domanda, sembrano quasi fatti apposta per soddisfare i tuoi desideri.
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