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Non Chiederci La Parola

Noi siamo fatti di pop culture. Grazie a dio la cultura non appartiene più solo alle alte sfere, non ci sono più olimpi di illustri e nobili letterati che se non sono capaci di scrivere loro patrocinano poveracci dalle grandi virtù e capacità. La letteratura italiana odierna conta migliaia di scrittori ambosessi di tutti i livelli e le età e questo ci deve far sentire orgogliosi di dove siamo arrivati, deve continuare a farci credere che l’istruzione obbligatoria è una buona cosa e che la radiotelevisione i giornali il web sono splendidi mezzi per diffondere e far conoscere. Eppure, se pensiamo a uno scrittore in vita che potrebbe ambire al Nobel chi ci viene in mente? Io ho pensato a Pasolini, a Sciascia, a Moravia, a Calvino; ma sono tutti morti. Morti senza aver avuto il Nobel. E, fra tutti, quello per cui mi spiace di più è Sciascia – ma è solo la mia personalissima (e sicilianissima) opinione. L’unico contemporaneo in vita al quale ho pensato, per l’importanza dei temi e la rilevanza politica, è Saviano. Ma Saviano non è un maestro della scrittura come i sopracitati. E quindi è giusto che l’ultimo Nobel sia stato il buon Fo (del quale faremo finta di ignorare la passione per Grillo – le recenti letture ci hanno insegnato che bisogna essere tolleranti e che la politica non è sempre tutto). Eppure, altezzosamente lo so, non riesco a evitare di cogliere un nesso fra cultura di massa e assenza di Grandi Scrittori. Mi si potrebbe dire che la Letteratura Pura e quella di Massa sono sempre coesistite in tutte le tradizioni letterarie e questo non ha mai impedito ai Grandi Scrittori di emergere, però a me le lunghe file per andare a vedere Picasso e Van Gogh a 10€ a cranio non mi creano del piacere. Mi fanno solo pensare alla “moda” delle cose, e non al reale e profondo interesse che ti fa restare 6 ore dentro al Louvre o mezz’ora seduti davanti al Fregio di Beethoven. A mio (e chiaramente non solo mio) parere l’arte serve a suscitare passioni, a smuovere emozioni, a rendere le persone migliori, capaci di fare le rivoluzioni, di salvare il mondo e di non nascondersi nella banalità della folla. E non sono sicura che le 550.000 persone e passa che sono andate a vedere Picasso a Palazzo Reale a Milano stiano davvero facendo tutto ciò.

Insomma, mi e vi chiederete, qual’è la soluzione a tutto ciò? Non facciamo più le mostre e non organizziamo più i festival letterari? Non compriamo più i libri degli scrittori emergenti? Ce ne fottiamo delle passioni e delle rivoluzioni? Io non la so, la soluzione. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

morte ti spegne e vita si rinnova

Nei termini e condizioni di viaggio la Ryanair ci ricorda che è consentito tassativamente un solo bagaglio a mano a passeggero. E, fra parentesi, la Ryanair ci tiene a sottolineare che un neonato non è un bagaglio a mano. Chissà se tutto ciò di cui abbiamo da discutere io e la Copia è considerabile un bagaglio a mano e se, in caso, ci starebbe nelle misure standard. Di sicuro i miei incubi notturni pesano ben più di 10 chili. Stamane sono capitata davanti alla Giuditta II (Salomè) e l’ultima volta che l’avevo vista era più di 3 anni fa, c’era un tempo grigio e piovigginoso, e accanto a me sostava Beppe. Oggi il sole riempiva la stanza del museo, e illuminava anche lei, e io sono rimasta a guardarla per una buona manciata di minuti. Riflettevo sul fatto che non è che Beppe fosse più adatto di altri allo stare con me, o più aderente all’idea decadente e momentanea di amore che possedevo io all’epoca, è che io ero stata brava a costruirmi l’idilliaco rapporto di giusto dolore e giusto fiato mozzato – degna della Vergine delle Roccie che credevo di poter essere all’epoca – e a farlo rientrare nel perfetto quadretto che mi ero costruita da sola. Credo si chiami Amore Adolescenziale, quello che in adolescenza non ho mai avuto e che mi sono portata dietro fino alla tardoadolescenza inoltrata. Era prima che arrivassero i Baustelle, prima che mi ritagliassi un posto a Venezia, prima che. Parlo come se fosse una persona arrivata, come se la situazione attuale sia quella che ricercavo da sempre, come se fossi arrivata al nirvana. e invece se guardo un film della Wertmüller mi rendo conto di quanto a me gli sguardi fra innamorati mi fanno ancora sciogliere, che sono ancora un’inguaribile romantica e, per quanto possa il mio corpo dimostrare, la mia mente si perde ancora dietro ai giochi da Barry Lyndon e alle frasi spaccacuore da dottor Živago. E allora mi arrendo alla realtà delle cose, abbandono i pensieri che mi vedevano cresciuta e adulta e matura, e mi ritrovo fedele a me stessa. Se il candore pone fine alla lucidità, alla paranoia, sognare è prudente.