Archivio tag: CFA Camaldoli 2010

il piacere è questo qua

Torno da questa caccia soddisfatta, con l'impressione che sia stata una cosa ben fatta. Chissà se anche il mio Akela, quando tornava dalle cacce, crollava addormentato sul divano alle 7 di sera e se, quando si risvegliava, si trovava una innocente puntura di zanzara trasformata in un avambraccio che è diventato il doppio di quel che dovrebbe essere, e chissà se davanti a tutto ciò era incurante e pressapochista come la sottoscritta; che si stupisce ma non opera: si sgonfierà, naturalmente, come tutto il resto. Adoro l'inverno che porta a sovrapporre strati su strati e quasi fa non notare ai miei lupetti che, quando mi abbracciano, stanno tuffando il viso nelle mie rotondità e quindi non li fa perdere in naturalezza. Adoro l'inverno che ti sferza sulle guance e ti fa tornare a casa tutta rossa come se avessi preso il sole e invece è solo la stanchezza, e ti fa diventare secche le labbra. Il che ti porta a stuzzicarle coi denti, ad avere il labbro inferiore perennemente fra gli incisivi, a ricordare di essere bella. Mi accorgo piacevolmente di avere uno spontaneo piglio da Akela, e riesco a prendermi cura con grande naturalezza della mia staff e dei miei lupi e, grazie a Madama Fiducia, sono diventata persino capace di delegare. In verità quando mi sono trovata a messa, fra la Elena e la Emma, assolutamente disattenta al vangelo e cogli occhi pieni di sonno ho avuto delle difficoltà a ricordarmi negli stessi panni di una settimana fa e a rivedermi al ritorno dal CFA così carica di speranza e fiducia e gioia traboccante e calma serenità. Solo una settimana fa. Solo una settimana fa ero così piena di chi mi aveva riempito: Luca meraviglia delle meraviglie che chiunque vorrebbe avere in staff in coca in casa sul comò, Enrico corrosivo e critico di quella corrosività e critica che a me viene voglia di abbattere a suon di positività e sorrisi, Francesco di Firenze cogli occhi che luccicavano quando ti raccontava le sue passioni, Chiara di Ostiglia che era così pacificamente e semplicemente realizzata anche nei suoi estemporanei piccoligrandi gesti di affetto, Chiara di Mira che era semplice e così trasparente nel dimostrare chi le piaceva chi la coinvolgeva chi avrebbe mantenuto nel ricordo, l'altra Ester libellulina e meravigliosa e invidiabile anche per il suo fottersene della gente che rideva più di lei che con lei, la Anna capoclan del bergamoquinto così bella e solida e attenta e dedita eppure inaspettatamente clown nella sua autoironia sulla sua amata danza, la Lia che bastava tirare pocopoco il tappo per essere investita da tutta la storia di terra e di famiglia che si portava alle spalle. E tutto questo accompagnato dagli sguardi della mia Ester, dall'altra parte del cerchio, che sorrideva o dormiva all'unisono con la sottoscritta ed era proprio come stare assieme a lei sopra allo stesso tetto. Per il resto, che dire?, adesso che per me tornare a Casa è sempre un piacere, adesso che la mia Casa è insieme a me dovunque vada, adesso che la Casa è un sentimento ancora prima che un luogo, adesso io non vedo l'ora di tornarci. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. E questo sì che mi fa star male più di ogni cosa.

tutto è dirigibile

ora tutto è chiaro

ora tutto è chiaro 
ora vedo lontanissimo
ciò che è stato è stato
ed è svanito in un attimo
ora le mie mani
toccano l'irraggiungibile
tutto è afferrabile

nuove strade nuovi cieli nuove moltitudini
nuovi incontri nuovi occhi nuove vie possibili
nuove le parole nuove tutte le mie pagine
giorni da riscrivere
tutto è dirigibile

quiete fuori quiete dentro l'anima
viaggio verso un cuore che mi accoglierà
poche cose da portare
ora è tutto da inventare
un foglio bianco tutto nasce in me

quiete fuori quiete dentro l'anima
viaggio verso un mondo che mi accoglierà
polvere di luci sulla costa e dalle onde mille voci
che ora cantano per me
sì per me

poche cose da portare ora e tutto da inventare
un foglio bianco
tutto nasce in me