Archivio tag: Francesco De Gregori

nui simu doi maranci su nu ramu

Lei chiese la parola d'ordine, il codice d'ingresso al suo dolore. Lui disse "Non adesso, ne abbiamo già discusso troppo spesso, aiutami piuttosto a far presto, il mio volo lo sai partirà tra poco più di due ore." Sentì suonare il telefono nella stanza gelata e si svegliò di colpo e capì di averla solo sognata. Si domandò con chi fosse e pensò "E' acqua passata". E smise di cercare risposte, sentì che arrivava la tosse, si alzò per aprire le imposte, ma fuori la notte sembrava appena iniziata. Chiaro, no? Sono giorni velocissimi, anche questi! Le ore si infilano veloci le une dietro le altre e non c'è modo di fuggire, mai. Ma stavolta è un impedimento piacevole, perchè sarebbe proprio il fuggire stesso ad essere spiacevole, e non c'è alcun tossico latte antibioticizzato (ma come star senza se sei abituato?). Anzi, siamo fuori da qualsiasi forma di ingabbiante abitudine. La favella è buona: riesco a dire un sacco di parole e, anche se poi mi accorgo che una parte di queste parole sono proprio sprecate, quelle che invece creano curiosità e contentezza mi fanno riprendere le speranze. E poi ti puoi ritrovare nella corte dello IUAV a guardare le fila lucenti e cascanti di momiji, così rossi, così brillanti, che ti chiedi come si possa non desiderare di stare lì per ore a guardarli lucere e cascare; o fare mille e mille foto. In casabuco avvengono strani incontri, come quello con un barbutino (indossante una felpa di bansky) che, mentre stai al piccì in anticamerina in piena notte, ti saltella dietro dicendoti "ciao, sorella!" e tu non puoi far altro che girarti, un poco stupita un poco estasiata, rispondendogli "…ciaaaaaaaaao…". Qui si vive come dentro ad un parcogiochi e, esattamente come se fossimo anche noi tornati piccoli, i nostri litigi e urla e strepiti non sono che poco più di dispiaceri di fanciulli; il giorno dopo è già tutto passato e si torna alle supposizioni sul meteo e alle elucubrazioni sugli infarti (e, in questo specifico caso, l'unica cosa di cui sono scontento è la pessima qualità della conversazione). Monday, October 15th, 2007 – il giorno dopo essere entrata nel ve6 – scrivevo su questo stesso (o quasi) blog: "Per come mi vesto, per come cammino, per le scarpe che scelgo in abbinamento a collant e scaldamuscoli, per i capelli, penso di essere più adatta ad essere apprezzata da una donna. Penso che ad una donna potrei piacere per davvero, mentre un uomo neanche mi noterebbe, invece, se non forse per le tette grosse." Le stesse tette che ora dolorano, dopo la sessione di pizzica dello scorso lunedì (dopo la quale, tornando a casa, stare con lei sopra allo stesso tetto, il piacere è questo qua), e quanto divertente non è? Ma ancora più divertente è vedere quanta gente si stupisce a sapere che noi facciamo la pizzica; quello che non ti aspetteresti mai.

dimostrava in maniera lampante l’esistenza di dio

Cercati meno esigenti amiche,
più tenere in fatto di prodigi.
So che Venere è un fatto di mani,
artigiano, conosco il mio mestiere:

dal silenzio più solenne fino
a sterminare l’anima – tutta
la divina scala – da:
mio respiro! a: non respirare!

Cito non so chi che mi fa onore colla sua presenza nel mio giorno del mio compleanno, che solo mio è (e un pochetto anche della mia nonna) e nessuno me lo può togliere. E non voglio annoiarvi colle mie elucubrazioni su chi potrebbe essere (quelle me le risparmio solo per la Copia), finirei come il castoro George che a forza di pensare non si è neanche accorto che la sua povera pennutella se n’era andata. E io non voglio che qualcuno se ne vada senza che io neanche me ne accorga, non voglio proprio. Sono una svampitella che si illude che leggere il titolo di una canzone 2/3 volte nei fumi del sonno mattutino sia sufficente per memorizzarlo e così ho scaricato una canzone che non è quella giusta, ma la ascolto lo stesso perchè è U2 e ci va bene lo stesso. Certo, attendo che qualcuno mi dica qual’è il titolo giusto, ma nel frattempo mi crogiolo comunque in questa atmosfera che si è venuta a creare, che non ha colore non ha definizione non ha tempo non ha spazio ma c’è e tanto vi basti. Certo è che è tutto sul complicato e che, se non fossimo noi, ci sarebbe già chi intesse trame da Dawson’s Creek, ma invece siamo noi e quindi ci limitiamo a prenderci le cose come vengono. I just wanna live. Quindi io che cercavo con chi ballare l’ho trovato. E ballo a tempo di reggae, rub’a’dub samba calypso e drum’n’bass (c’ho una certa preferenza, passione smodata per la bassa frequenza). E basta. Ai posteri l’ardua sentenza. vostra Cyndirella.

PS: inquinare è peccato! DIO TI VEDE.
PPS: volevo ricordare a chi non se lo ricordasse che sabato sera in città alta abbiamo visto l’affascinante occhiaie-dotato cantante dei Verdena.. =)